Storia della radio

La RADIO ha una lunga storia, che parte dalla scoperta dell'esistenza delle onde elettromagnetiche da parte del fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz (1857-1894). In suo onore, nel sistema internazionale, la frequenza delle radio è misurata in hertz. L'invenzione della radio è legata a due nomi in particolare: l'italiano autodidatta Guglielmo Marconi (1874 - 1937) e il fisico russo Aleksandr Stepanovič Popov. Entrambi, negli stessi anni, lavorarono alla realizzazio- ne e messa a punto di uno strumento analogo, in grado di inviare e ricevere segnali a distanza. Il primo a costruire un ricevitore per captare le onde radio che circolano liberamente nell'aria è stato Popov, tra il 1895 e il 1896. In Italia il giovane Guglielmo, appena ventenne, dalla sua tenuta di Pontecchio, riusciva a potenziare il suo apparecchio tanto da far passare i segnali da una parte all'altra di una collina. Era l'inverno del 1895. Pur- troppo in Italia le capacità di Marconi furono sottovalutate. Il che lo costrinse a proseguire e terminare la sua invenzione in un paese estero, l'Inghilterra. Il 5 marzo 1896, anticipando Popov solo di qualche settimana (21 giorni!), Marconi presenta la prima richiesta provvi- soria di brevetto, con il numero 5028 e con il titolo "Miglioramenti nella telegrafia e relativi apparati". L'apparecchio doveva ancora essere perfezionato ma quando ciò avvenne, il segnale riuscì ad oltrepassare l'Oceano Atlantico seguendo la curvatura della Terra. Il 12 dicembre 1901 ha luogo la comunicazione che costituisce il primo segnale radio transoceanico.

Il messaggio - tre punti della lettera S del codice Morse - parte da Poldhu, in Cornovaglia, dal grande trasmettitore dotato di un'antenna alta 130 metri, viaggia per più di 3000 chilometri fino a raggiungere l'isola canadese di Terranova dove Marconi e i suoi assistenti Kemp e Paget erano in ascolto. Marconi continuò i suoi esperimenti per ottenere comunicazioni transoceaniche attendibili fino al 1907 e intanto fonda la Marconi corporation, che nell'ottobre del 1907 inaugura il primo servizio pub- blico regolare di radiotelegrafia attraverso l'oceano Atlantico, dando la possibilità alle navi transatlantiche di lanciare l'SOS senza fili. La sua popolarità cresce a livello internazionale, anche grazie all'utilità del radio soccorso in mare con cui si salvarono molte vite, compresi i 705 superstiti del Titanic. Un'altra utile applicazione pratica della radio si riscontra in ambito militare: durante la prima guerra mondiale i soldati fecero largo uso dello strumento radiofonico per comunicare tra reparti e per intercettare con più facilità i nemici. Il 10 dicembre 1909 a Stoccolma Guglielmo Marconi riceve il premio Nobel per la fisica, condiviso con il fisico tedesco Carl Ferdinand Braun. La motivazione della Reale Accademia delle Scienze di Svezia recita: ... A riconoscimento del contributo dato allo sviluppo della telegrafia senza fili. Il 13 febbraio di ogni anno, in tutto il mondo, si celebra il Giorno Mondiale della Radio.

L'esposizione museale intende dare un quadro sommario di quello strumento tecnologico, la radio, che oggetto prima di curiosità e dedizione di alcuni appassionati si è affermato, poi, quale un prodigioso mezzo di comunicazione di massa. Un'invenzione che, dagli esordi ai nostri giorni, ha permesso la diffusione di idee, la comunicazione e la conoscenza tra le comunità sparse su tutto il pianeta. Dai primi strumenti a galena, un apparecchio che grazie a un cristallo e un cursore, permetteva con l'aiuto di cuffie di ricevere le notizie. I messaggi inviati dal telegrafista del dirigibile “NORGE” furono ricevuti da un radioamatore russo che comunicò la posizione dell'equipaggio superstite permettendo la localizzazione della famosa "tenda rossa". Poi la tecnologia si è evoluta dalle radio a val- vole famosa per i suoi fischi e l'instabilità della ricezione, fino ai sofisticati apparecchi a transistor. La radio è stata un mezzo fondamentale per lo scambio di idee, per l'aggiornamento delle notizie, per la diffusione della lingua italiana con le sue trasmissioni culturali, per l'agglomerazione di perso- ne. Nei primi decenni del Novecento ci si riuniva con la famiglia e gli amici, a volte presso i circoli, per ascoltare i giornali radio, concerti, recite, la lettura di novelle. È stata un potentissimo mezzo di propaganda politica sia in pace che in guerra. A volte erano proprio dei rudimentali apparecchi radio a portare la voce della patria e dei familiari a quanti erano dete- nuti in campi di prigionia. La pubblicità attraverso la radio ha proposto nuovi stili di vita, suggerito nuovi hobby quali la fotografia e la cinematografia familiare, sollecitato nuovi consumi, unito o diviso gli italiani nella passio- ne del calcio, allietato gli animi con musica classica e operistica, ritmi e canzoni. E' stata presente in tutte le sfaccettature della nostra vita quotidiana: dalla dialettica politica a quella culturale. Ci ha parlato di tradizioni, di impegno civile, del nostro patrimonio artistico, archeologico, delle nostre bellezze naturali, dei prodigi della tecnologia, della personalità di uomini famosi, e tanto altro. Ha cercato di renderci più consapevoli e migliori. A lei diciamo un sentito: grazie. NOTA Questa esposizione intende presentare diversi aspetti di un'epoca “cinquant'anni e più”, uno spaccato di oggetti che hanno contrassegnato diversi periodi storici e familiari nonché una testimonian- za dell'arte e di manufatti di altre culture e, infine, una rassegna di piccole curiosità e varie. Speriamo di aver fatto cosa gradita. Un caloroso ringraziamento a coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questa iniziativa. Buona visita!

Museo delle culture e delle comunicazioni

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Orari:

Martedì, Giovedì, Sabato: 17:00 - 20:00